Memory of the world Register
La Collezione di Almanacchi Barbanera 1762-1962 tra i patrimoni culturali UNESCO. Nel 2015 la Collezione di Almanacchi Barbanera 1762-1962 conservata presso la Fondazione Barbanera 1762 è entrata nel prestigioso Registro del programma Memoria del mondo dell'UNESCO che riunisce e tutela quei patrimoni documentari presenti in tutto il mondo che siano rappresentativi di valori universali, per renderli accessibili a tutti.
L'UNESCO riconosce così questa Collezione come "simbolo di un genere letterario che ha contributo a creare la cultura di massa e l'identità di intere nazioni fino all'avvento delle più moderne forme di comunicazione di massa", sottolineandone la peculiare funzione di divulgazione.
La Collezione della Fondazione Barbanera 1762 (356 esemplari selezionati tra il 1762 e il 1962) entra così tra i più significativi patrimoni documentari dell'umanità, alla stregua di documenti di inestimabile valore culturale e simbolico che hanno nutrito per millenni lo spirito e l'immaginazione di intere generazioni, segnato conquiste sociali, scritto la storia dei popoli: dalla Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino, alla Sinfonia n. 9 di Beethoven, all'alfabeto fenicio, il Diario di Anna Frank o le favole dei Grimm.
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Il Registro della Memoria del mondo UNESCO
Il programma Memoria del mondo dell'UNESCO è nato nel 1992 allo scopo di conservare, rendere accessibile e favorire la conoscenza di beni documentari quali manoscritti, documenti a stampa, biblioteche e archivi dall'eccezionale valore storico e culturale.
Il Registro, che fa parte di questo programma, annovera a oggi più di 200 documenti, conservati in più di 80 paesi del mondo.
Oltre alla Collezione di Almanacchi Barbanera 1762-1962, vanta la presenza di altri pregiati documenti italiani come il Codex Purpureus Rossanensis, l'Opera di Fray Bernardino di Sahagún (questi ultimi due inclusi nel 2015), l'Archivio storico dell'Istituto Luce (2013), l'Archivio storico diocesano di Lucca (2011), la Biblioteca Malatestiana di Cesena e le Collezioni della Biblioteca Corviniana, entrambe accolte nel 2005.