Note
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Stampa grafica costituita da 1 cartoncino stampato su entrambi i lati e ripiegato in pp., destinato alla distribuzione. - L'esemplare riporta un'unica ill. in cop., con un disegno (ripreso da un'incisione) che raffigura il tempio dei Dioscuri (o tempio dei Càstori) nel Foro Romano. Una rovina archeologica costituita da tre delle colonne del lato lungo orientale e il nucleo del podio in opera cementizia (V sec. a.C.). - In cop.: "Profumo Colonia Comm. Borsari e F. Parma"; in quarta di cop.: "Violetta di Parma ....il profumo della nostra tradizione". - Datazione dedotta dal calendario ivi contenuto. - Esemplare privo delle note editoriali. - Si narra che Maria Luigia, Duchessa di Parma, Piacenza e Guastalla (governò il suo ducato dal 1816 al 1847) avesse una grande passione per la botanica e per un fiore in particolare: la Violetta di Parma, una viola a fiore doppio, di colore azzurrato che si fece mandare da Parigi. La amava a tal punto da fare del suo profumo la sua firma olfattiva. Nel 1870 Ludovico Borsari ne ottenne la ricetta e iniziò a produrlo. L’apprezzamento fu immediato ed ebbe un’eco vastissima. Nel 1900 l’azienda fondata dal signor Borsari si scisse in due società: la Borsari & Figli di Ludovico Borsari e la Borsari & C. (quest’ultima negli anni ’70 si unirà a La Ducale e alla Trionfale per dar vita alla ditta Profumi di Parma). Purtroppo la crisi del dopoguerra non risparmiò la Borsari & Figli che nel 1970 chiuse i battenti; tuttavia il suo profumo (la cui formula non fu più segreta), continua ad essere prodotto e venduto in tutto il mondo.
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